Villa Mosconi Bertani
UNA VILLA STORICA NEL CUORE DELLA VALPOLICELLA CLASSICA
STORIA
Durante il periodo di proprietà dei Mosconi, la villa divenne un importante salotto letterario frequentato da figure di spicco della cultura dell'epoca, tra cui il poeta e letterato Ippolito Pindemonte. Nella prima metà del 1900, la villa subì anni di abbandono e atti vandalici che danneggiarono il parco e alcune delle sue stanze. Nel 1957, fu acquistata e ristrutturata dalla famiglia Bertani, che la trasformò nella sede rappresentativa dell'omonima cantina. Dal 2012, la villa è di proprietà della famiglia di Gaetano Bertani, che continua la tradizione familiare nella produzione di vini di eccellenza.
VILLA
La villa è composta da un edificio principale con due ali basse avanzate, terminanti in facciate simmetriche. Sopra l'ala orientale si erge il campanile della cappella dedicata a San Gaetano, mentre due cancelli danno accesso ai rustici e alle cantine.
Costruita nella prima metà del Settecento su commissione di Giacomo Fattori, primo proprietario della tenuta, l'architetto veronese Adriano Cristofali completò l'intero complesso, includendo il corpo centrale della villa, la cappella e le cantine. La villa fu eretta su un nucleo abitativo precedente del Cinquecento.
L'intervento della famiglia Fattori, iniziato nel 1710 per conferire un'atmosfera aristocratica alla dimora, aveva uno scopo autocelebrativo poiché la famiglia era stata insignita del titolo comitale. Il progetto, inizialmente affidato all'architetto Lodovico Perini che morì prima dell'inizio dei lavori, fu completato dal Cristofali. Questi realizzò con maestria il corpo centrale in stile classico e rivisitò le due ali perpendicolari, creando un giardino antistante e nascondendo la vista dei rustici laterali per separare l'area dedicata al relax da quella agricola.
La villa padronale si sviluppa su tre piani, con un doppio ordine architettonico: tuscanico al piano terra e ionico al piano superiore. La facciata principale presenta un timpano con lo stemma dei Trezza e nove statue di divinità mitologiche. Le statue nel giardino sono attribuite allo scultore Lorenzo Muttoni.
L'edificio interno include il salone delle Muse, splendidamente affrescato, che un tempo ospitava piccole rappresentazioni dell'Opera Buffa e successivamente dell'Opera Seria. Il salone si estende per i tre piani della villa e presenta nicchie dipinte con statue monocrome che rappresentano le Muse delle Arti, architetture fantastiche a trompe l'oeil che conferiscono prospettiva all'ambiente e dipinti monocromi raffiguranti l'Abbondanza, la Giustizia e i satiri che richiamano le quattro stagioni. Sul soffitto, un affresco rappresenta le quattro stagioni con Flora al centro, accompagnata da Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Gli affreschi sono opera di artisti emiliani, tra cui Prospero Pesci per le fasce orizzontali e Giuseppe Valliani, detto il Pistoiese, per l'affresco centrale sul soffitto.
PARCO
Verso la fine del Settecento, anche a Verona, iniziò a diffondersi l'idea di creare complessi naturalistici in armonia con la moda dell'epoca, all'inizio del Romanticismo. Si preferiva il giardino all'inglese, caratterizzato da un'atmosfera paesaggistica e romantica, con piante esotiche, viali, angoli isolati e finti ruderi archeologici, rispetto al giardino italiano, più ordinato e prevalentemente verde. I fratelli Giacomo e Guglielmo Mosconi, seguendo questa tendenza, sistemarono i terreni retrostanti alla villa, creando un giardino e una zona boschiva. Costruirono un laghetto, alimentato dalle sorgenti presenti nella proprietà, con un'isoletta centrale circondata da alti Taxodium, accessibile tramite un ponticello di legno, e una casa per il caffè ispirata a strutture simili del nord Europa. Nel progetto del parco romantico partecipò anche Ippolito Pindemonte, che introdusse alcune influenze di origine inglese.
Oltre alle piante esotiche sull'isoletta e a qualche cedro del Libano, gli alberi presenti nel parco sono quelli tipici di una zona boschiva. Nel 1820, Persico descrisse un "giardino variato da piante esotiche", che influenzò anche il pittore veronese Angelo Dall'Oca Bianca.
Sul bordo del laghetto si trova uno chalet, costruito su suggerimento del poeta Ippolito Pindemonte, che si era ispirato a fonti e praterie viste in Francia durante le sue vacanze, ospite di amici di Jean-Jacques Rousseau, del quale era grande ammiratore. Il pomeriggio, lo chalet era utilizzato per la lettura, magari al ritorno da una passeggiata, mentre la sera era il luogo ideale per giochi di società, come gli scacchi, o momenti allietati dal suono dell'arpa, suonata dalle figlie della contessa.
Nel parco è presente anche una ghiacciaia, costruita alla fine del Settecento e utilizzata fino alla prima metà del secolo scorso.
All'interno del giardino si trovano ancora statue, sedute e una piccola fontana che zampilla. Un ampio spazio recintato da un muro, situato dietro la villa, non solo racchiude il giardino, ma anche un vasto vigneto, che conferisce all'intero complesso un'atmosfera di giardino-campagna. Una cancellata, con pilastri a bugnato decorati con cuspidi e vasi ornamentali, delimita il cortile signorile antistante la villa, definendo il giardino anteriore. Quest'ultimo presenta un disegno regolare con un'ampia aiuola circolare centrale, utilizzata non solo come ornamento, ma anche per regolare il flusso delle carrozze in ingresso e in uscita dalla villa, e una piccola vasca circolare.
CANTINA
La coltivazione del vigneto in questa zona è documentata fin dal 1028, anche se secondo la tradizione orale si coltivava la vite già molto prima nella valle di Arbizzano.
Furono Luigi e Cesare Trezza, che si alternarono nella proprietà dal 1868 al 1931, a intraprendere una trasformazione significativa della coltura viticola e a ampliare e perfezionare la produzione di vino. Già in quel periodo il vino prodotto in questa cantina godeva di grande rinomanza.
Nelle cantine della nostra villa è stato originato l'Amarone Classico della Valpolicella, che risale al 1936. Nel 1957, la cantina fu acquistata e ristrutturata dalla famiglia Bertani, che ne fece la propria sede di rappresentanza.
Dal 2012, la tenuta è di proprietà della famiglia di Gaetano Bertani, che continua la tradizione familiare nella produzione di vini di eccellenza presso la Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.
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Contatti
37024 Arbizzano - Santa Maria
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