Percorsi lungo il fiume
PESCANTINA - DOLCÈ
L'itinerario unisce le località della Valpolicella lungo il fiume Adige.
Parona, oggi frazione del Comune di Verona, fino al 1929 era Comune autonomo, il primo della Valpolicella per chi proveniva dalla città . Per gli amanti della natura si può percorrere l'alzaia, ovvero la strada in riva al fiume su cui transitavano gli animali addetti a trascinare le barche in risalita verso Trento, a piedi, in bicicletta o a cavallo.
PESCANTINA, così chiamata forse perchè paese con il suo porto sul fiume "pescava" nell'acqua: oggi il toponimo viene riferito agli estesi pescheti che costituiscono un'importante risorsa economica per il territorio. Una volta Pescantina era un centro nodale per il commercio con la regione atesina e vi si costruivano imbarcazioni tipicamente fluviali: battelli, burchi e panciani.
Per un approfondimento culturale, si consiglia la visita, in frazione Mandella, della parrocchiale di San Lorenzo Martire, costruita nel 1753 su progetto di Alessandro Pompei, in stile neoclassico e arricchita dal campanile alto più di 80m realizzato su disegno di Giuseppe Barbieri nella prima metà dell'Ottocento. San Lorenzo fu costruita su una pre-esistente chiesa romanica i cui resti sono ancora visibili sul versante est.
Fra le località rivierasche ricche d'arte sono interessanti anche Settimo, con le sue ville, Arcè, dove si trova la chiesa romanica di San Michele e Ponton, sede di Villa Nichesola, attribuita in passato al Sanmicheli e ora a Giulio Romano, con magnifici affreschi di Paolo Farinati.
Risalendo l'Adige in automobile verso nord, si raggiunge Volargne, frazione del Comune di Dolcè.
Qui si trova Villa del Bene, complesso articolato in più corpi di fabbrica che fu ultimato nel 1560. Il portone d'accesso in linea con l'attracco sul fiume è forse opera di Michela Sanmicheli. La villa è decorata all'interno da Domenico Brusasorzi, Gian Francesco Caroto, Nicola Crollalanza e Bernardino India con affreschi che si estendono per tutto il piano nobile.
Il territorio di Dolcè in questo tratto è caratterizzato da imponenti fortificazioni austriache, ricordo della dominazione d'oltralpe qui presente fino al 1866. Queste strutture furono realizzate tra il 1849 e il 1852 per proteggere la strada del Brennero e lo sbocco della Val d'Adige.
Lo sbarramento della frontiera austriaca di Rivoli-Ceraino era formata da quattro forti: la Chiusa Veneta ed il Hlawaty a Ceraino, il Mollinary a Monte di Sant'Ambrogio e sulla riva destra il Wohlgemuth di Rivoli. I primi tre, situati sulla riva sinistra dell'Adige, sono raggiungibili lungo la Strada Statale del Brennero.
Il primo si incontra 2 km dopo Volargne, in corrispondenza della spettacolare chiusa di Ceraino: è il forte Chiusa Veneta. Si trova a fianco dell'omonimo albergo (con parcheggio) e se ne possono visitare i ruderi, sebbene in parte sommersi dalla vegetazione.
I forti di Hlawaty e di Monte sono più difficili da raggiungere, in quanto situati lungo una strada militare a picco sulla vallata. L'imbocco di questa stradina si trova presso il vicino paese di Ceraino con le indicazioni Forte Hlwaty, Forte di Monte.