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San Pietro in Cariano

COMUNE

San Pietro in Cariano, situato a circa 15 chilometri da Verona, include le frazioni di Bure, Castelrotto, Corrubbio di Negarine, Pedemonte e San Floriano. Questa zona è ricca di reperti dell'epoca romana, con resti di case rurali scoperti a San Floriano, Castelrotto e nella località  di Quar. I Romani sono anche i primi ad aver testimoniato la coltivazione della vite.

Il Comune di San Pietro in Cariano dista circa 15 kilometri dalla città  di Verona e comprende le frazioni di Bure, Castelrotto, Corrubbio di Negarine, Pedemonte e San Floriano. La zona di San Pietro in Cariano è ricca di testimonianze risalenti all'età  romana. Resti di abitazioni rustiche sono state rinvenute a San Floriano, a Castelrotto e in località  Quar. Con i romani si hanno anche le prime testimonianze della coltivazione della vite.

La Pieve di San Floriano è nominata per la prima volta in un documento del 905, anche se l'edificio attuale risale al XII secolo. La Pieve è sorta probabilmente sopra un'antica pieve longobarda. È considerata l'edificio più bello del periodo romanico in Valpolicella. La Chiesa è composta con tre navate; la facciata è tutto in tufo, con conci regolari. L'interno è stato rimaneggiato nel Settecento, come anche l'attuale zona absidale. Vicino alla Chiesa, sul lato Nord, sorgo un campanile a base quadrata dalla struttura composita.

Villa Pullè Galtarossa fu costruita nella seconda metà  del Seicento. Pietro Monga, proprietario della villa dal 1830, arricchì la villa con numerosi reperti archeologici, come pezzi lapidari nel muro di cinta della villa e della cappella. L'entrata del palazzo si trova dopo un maestoso viale di cipressi. La villa è composta da un corpo centrale, con due ali staccate. All'interno del palazzo, si conservano alcuni ritratti e anche sei paesaggi si Andrea Porta. Giacomo Galtarossa comprò la Villa nel 1929–1930 e iniziò a recuperare il complesso.

Villa Giona Fagioli è databile attorno al 1504, grazie a una data trovata su un cippo rinvenuto nel parco. L'edificio subì una trasformazione tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. L'interno è ricco di stampe antiche; è presente anche una preziosa biblioteca, con moltissimi libri rari. Il palazzo è fiancheggiato da due rustici, in origine staccati, che terminano con due colombare. Il parco attorno alla Villa è ricco di fontane e statue; un percorso all'interno del giardino porta all'antica ghiacciai, al laghetto, al ponticello sul ruscello e al leccio secolare.

Villa Santa Sofia si trova sulla vecchia strada che da Parona porta a Pedemonte. La Villa ha origine Cinquecentesche. È legata al nome di Andrea Palladio, che la disegnò su commissione di Marcantonio Serego. La costruzione sembra iniziata tra il 1561 e il 1564 e conclusa attorno al 1590. La Villa è su due piani, caratterizzati entrambi con un unico ordine di colonne. L'edificio è circondato da un parco, ricco di piante ornamentali. Prima della Villa, esisteva un palazzo Trecentesco di notevoli dimensioni, di proprietà  degli Scaligeri. La chiesetta annessa alla Villa conserva degli affreschi dell'inizio del Trecento.

Villa Costanza porta il nome della fondatrice, Costanza Caldera di Bergamo, dell'ordine religioso le Pie Madri della Negrizia, che è proprietario della Villa dal 1953. Le strutture oggi visibili risalgono ai primi decenni del Seicento. Le finestre del piano nobile sono rettangoli, mentre il centro della facciata è decorato con tre finestroni, decorati da una religiosa dell'istituto. Il cortile è chiuso da un muretto, dove ci sono sei statue mitologiche. All'interno del cortile si trova una pozzo, del 1623. All'interno del palazzo ci sono due vasti saloni, uno dei quali è decorato con affreschi del veronese Paolo Ligozzi. Del giardino antico rimane la fontana e una grotta artificiale.

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