Itinerario 8: San Martino B.A., Lavagno, Illasi, Mezzane

A soli 10 km dal centro di Verona si trova l'abitato di San Martino Buon Albergo (14.736 abitanti), documentato in epoca romana ma esistente già nell'età del bronzo, come dimostra la presenza di un castelliere nelle zone collinari.
Fanno parte del comune le frazioni di Casette, Marcellise, Mambrotta, Case Nuove e Ferrazze. Per integrare il percorso ed avere un'idea sommaria del luogo è possibile fare una passeggiata della durata di due ore: il "giro delle contrade" tocca Marcellise, Borgo, Casale, Cao di Sopra, Casale di Tavola, Monte Garbi di Sotto, Casale e Marcellise.

In località Marcellise, a 5 km dal centro di San Martino, si trova Villa Girasole, progettata dall'Ingegner Angelo Invernizzi e capace di girare di 360gradi per risparmiare energia, seguendo il sole. Il meccanismo, che attualmente non è funzionante sebbene sia in atto un progetto di restauro, permetteva alla casa di compiere un giro completo su se stessa in 9 ore e 20 minuti.

Un'altra villa degna di nota si trova al centro di preziosi vigneti di Soave e Valpolicella, adagiata sulle prime propaggini dei Monti Lessini: la Musella, dal nome dei primi proprietari (Muselli), mercanti di stoffa. Sebbene il complesso di villa e giardini nasca a metà del Seicento, il maggior intervento fu quello operato dell'architetto veronese Giacomo Franco nell'Ottocento.
Entrando quindi nella Valle di Mezzane a tutti gli effetti, ci spostiamo a Lavagno (8404 abitanti). Il vicus (termine usato nel medioevo per indicare un villaggio) e il castrum (struttura fortificata) furono concessi da
Corrado II nell'XI secolo all'allora vescovo di Verona e dalla diocesi agli Scaligeri, ai Visconti e alla Serenissima.
Nella bassa Lessinia, ciliegi e viti ricoprono le balze collinari locali. Il territorio è punteggiato di ville, in gran parte quattrocentesche, tra cui Villa Verità detta "il Boschetto".

Edificata per Girolamo Verità da Domenico Curtoni (allievo di Michele Sammicheli), la villa contiene affreschi di Filippino Maccari e Giorgio Anselmi, mentre all'esterno è contornata da giardini pensili, fontane e una peschiera.

A poco più di 5 km di distanza si trova il borgo di San Briccio, sito abitato già nel neolitico, che offre una vista spettacolare sugli ulivi e sui vigneti. Facendo una breve passeggiata attraverso un verde boschetto, si giunge a una fortezza, recentemente riaperta dopo il restauro. Fu costruita dopo l'annessione del Veneto all'Italia in difesa del fianco orientale della piazza di Verona e delle valli di Mezzane e d'Illasi per prevenire un eventuale rientro asburgico. L'architetto fu un italiano, Enrico Rocchi sebbene il progetto sia da ricondurre ad un tipo di opera studiata dall'insigne ufficiale del Genio austriaco Andreas Tunkler (1820-1873).

Il forte di San Briccio fu costruito nel 1882 in muratura e laterizio e quindi ricoperto da masse di terra per attutire l'impatto di eventuali cannonate. é circondato da un bastione e da un fossato di guardia, ed è situato in posizione dominante, servito da strade di accesso di tipo militare. Tuttavia, data la sua posizione, durante il primo conflitto mondiale non fu al centro dei combattimenti, motivo per cui si conservò praticamente integro.

Tornati alla piazzetta di San Briccio si consiglia di percorrere a piedi una delle tante passeggiate scenografiche sulla vallata di Mezzane. Prima di abbandonare il paese, si può far sosta alla Chiesa trecentesca di matrice gotica di San Giacomo di Grigliano. All'interno sono conservati affreschi di un maestro della scuola di Altichiero, forse Martino da Verona.

Riprendendo la macchina e scendendo verso sud, si può scegliere se dirigersi verso Illasi (10 min) o verso Mezzane (10 min), mete importanti per la storia della Verona orientale.
Se si decide per Illasi, si raggiunge il paese (5.343 abitanti) che assegna il nome alla valle. Abitato tra la fine dell'età del rame e gli inizi dell'età del bronzo e importante centro d'età romana, il vero simbolo del paese è il castello costruito al tempo di Ezzelino III da Romano (XII secolo). Oggi ridotto a poco più di una rovina, riesce ancora ad affascinare chi lo visita. Proprio ai piedi dell'altura del castello si trovano le abitazioni dei conti Pompei d'Illasi: la settecentesca villa Pompei Perez Sagramoso e, più vicino al centro, villa Pompei Carlotti, che ha una prima fabbricazione secentesca di mano del conte-architetto Alessandro Pompei e una seconda settecentesca, come celebra la scritta 1737 sul pronao.

Purtroppo nè le ville, nè il castello sono visitabili al loro interno, ma dal culmine della rocca, raggiungibile a piedi in trenta minuti circa, lo sguardo può spaziare sulla splendida valle e godere di tutte queste bellezze dall'alto.

Se ci spostiamo nell'adiacente Valle di Mezzane, troviamo Mezzane di Sotto (2508 abitanti) con le frazioni collinari di Mezzane di Sopra, ad est, e di Castagnè, ad ovest. Il paese vanta origini preistoriche: attorno al II millennio a.C. si sono insediate popolazioni paleovenete che hanno poi lasciato il posto ai romani. Nei secoli ospitle dimore estive di numerose famiglie aristocratiche, attratte dall'amenità dei luoghi e dalla natura lussureggiante. Tra queste spiccano villa Roja Schiavon, villa Maffei Benini, villa Giuliari Erbici e Villa della Torre. La prima si trova all'inizio del paese. Ha un impianto settecentesco, ed è stata proprietà delle suore della Misericordia che ne hanno fatto un ospizio. La seconda è in centro al paese ed è sede attuale dell'amministrazione comunale. Quest'ultima è un'elegante costruzione del primo Settecento, voluta dal conte Carlo Maffei (1706), affrescata dal veronese Andrea Porta (1719-1805) è attorniata da
un grande giardino ricco di statue ed una bella magnolia secolare.

Proseguendo sulla provinciale nord verso San Mauro, s'incontrano alcune bellissime ville, purtroppo difficilmente accessibili al pubblico. Tra esse Villa Giuliari Erbici, costruita in fasi diverse: il porticato e la torretta quattrocenteschi, l'edificio padronale, che conserva in un salone al piano terra un affresco di Paolo Farinati nel Cinquecento e la torretta nel lato destro nel Settecento. Infine troviamo Villa della Torre (oggi Tommasi) che, nel corso del XVI secolo, prese l'aspetto attuale di matrice palladiana. L'edificio ospita uno straordinario ciclo di affreschi allegorici e mitologici, opera di Paolo Farinati e dei figli Orazio e Gianbattista, commissionato da Alvise della Torre e meravigliosi stucchi di Bartolomeo Ridolfi.
Singolare l'esterno con giardino, orto botanico, limonaia e peschiera.

Simbolo del paese è la Torre romanica, in origine campanile della vecchia pieve del XII secolo che sorgeva proprio nell'area antistante. Altro importante edificio cittadino è la parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita tra il 1871 e il 1889 su disegno di Angelo Gottardi. All'interno si conservano dipinti di Antonio Girola, Claudio Ridolfi, Giovanni Caliari e Girolamo Dai Libri.