Camminare in Valpolicella lungo l'Adige
A PESCANTINA
PERCORSO 1
Si inizia il primo percorso da piazza San Rocco, centro storico del paese circondato da vicoli, portici, corticelle e alcune case antiche che riportano ancora stralci di pitture murali.
Lasciando alle spalle la piccola Chiesa di San Rocco (1) seguendo l’Adige in direzione ovest si scendono pochi gradini e si intraprende il cammino sull’antica strada alzaia.
A destra prima del nuovo ponte si trova un idrometro datato 1909 e poco dopo a pochi metri d’altezza si può osservare un altorilievo dello scultore Giovanni Giacopini.
Adiacente al secondo ponte che si trova sul cammino sorge un significativo edificio purtroppo in abbandono, antica sede della Regia Guardia di Finanza (2).
Proseguendo in prossimità del duomo sulla sinistra emerge dalla vegetazione il basamento di una ruota idrovora in mattoni e pietre sagomate (1900 circa).
Sulla destra domina il piazzale del maestoso Duomo di San Lorenzo (3) e di seguito si costeggia la contrada Mandella, dove un tempo si trovavano una fornace e una “restara” (civico 18), sorta di stazione con alloggio e stalla ad uso dei barcaioli e degli animali da traino, che riporta uno stemma dei Salvi, proprietari di questi edifici nel Settecento. Al civico 10 sulle pareti restano tracce di un’immagine sacra del 500 e presso la riva rimangono resti significativi del piccolo molo che rendeva l’attracco più sicuro alle imbarcazioni.
Il sentiero prosegue snodandosi tra il fiume e il muro di cinta di un vasto terreno agricolo fino al ponte che collega il paese di Arcé (4) con la sponda destra del fiume.
Qui sulla destra si notano due delle torrette che delimitano il parco di Villa Albertini-da Sacco (5).
All’imbocco del ponte si trovano inoltre interessanti pitture della Madonna con Santi e, al civico 11, un pregievole affresco datato 1519 con la Madonna, San Lorenzo e San Rocco oltre a uno stemma dei Salvi.
Poco dopo si diparte a destra un viottolo tra antichi muri che porta alla Chiesetta romanica di San Michele (6).
Più avanti si trovano i resti di un canale per l’irrigazione con alti pilastri che, quand’era in uso, era alimentato da un impianto idrovoro con ben quattro ruote.
Superata la piccola contrada Murette si procede verso Rovejago, tratto in cui l’Adige allarga il suo letto e un altro moncone di canale irrigatorio domina questo punto del sentiero.
Percorso un breve tratto si nota a destra la pittoresca contrada Tegnente, circondata da un grande brolo e una poderosa arcata, resto di un altro impianto idrovoro che segna il punto in cui si trovava un mulino terragno già presente in mappe del Settecento.
Per arrivare a Santa Lucia (7) si prosegue su un sentiero ben tracciato e una volta giunti nei pressi del piccolo paese, lasciando l’alzaia, vale la pena soffermarsi davanti all’antica chiesetta dedicata a Santa Lucia (8).
Ritornati sul sentiero si scorgono subito a destra i pilastri di un impianto idrovora della seconda metà dell’Ottocento e percorrendo un tratto di sentiero particolarmente bello, che serpeggia tra la rigogliosa vegetazione, si prosegue fino a Ponton (9), quest’ultimo tratto di percorso è classificato come oasi naturalistica
NOTE PERCORSO -1-
(1) La chiesa di San Rocco è un edificio di modeste dimensioni con campanile con merli, all’interno, dietro l’altare barocco, restano tracce delle decorazioni parietali e sotto il pavimento dell’abside si scorgono le fondamenta della chiesa primitiva.
(2) Il grande edificio ha una semplice facciata che dà direttamente sulla strada alzaia. Probabilmente di origine seicentesca, rifatta poi nell’Ottocento, mostra due interessanti testine nella chiave di volta degli ingressi che raffigurano Umberto I di Savoia e la regina Margherita.
(3) La maestosa chiesa di San Lorenzo, eretta nella seconda metà del Settecento, è di forma neoclassica con elementi barocchi. Mostra sul lato sinistro il campanile alto circa 80 m alla cui base è stato murato un coperchio di sarcofago di epoca romana. Accanto alla parrocchia rimane la vecchia chiesa romanico-barocca all’interno della quale è allestito il museo etnografico “Lavoro e tradizioni lungo il fiume Adige”.
(4) Arcé è un piccolo borgo che conserva quasi intatto il fascino dei vecchi tempi e il ritrovamento di materiale lapideo di epoca romana ne conferma l’origine antica.
(5) Villa Albertini-Da Sacco è uno scenografico complesso con il grande palazzo dai soffitti decorati, preceduto dal giardino, dai rustici e dalla cappella di Sant’Anna. Lungo il muro di cinta del parco si trovano torrette di abbellimento di varia foggia.
(6) La chiesa di San Michele sorge isolata a ovest dell’abitato eretta tra l’XI e il XII secolo. Sul portale meridionale vi è un’iscrizione palindroma “sator arepo tenet opera rotas” (letta al contrario resta invariata). All’interno rimangono brani di affresco fra i quali il più significativo è quello di San Michele dipinto nel catino absidale.
(7) Santa Lucia, appartata località posta sull’Adige a vocazione agricola, è segnalata come vicus (villaggio) fin dal IX secolo.
Nell’Ottocento vi funzionavano due mulini terragni.
(8) La chiesa vecchia di Santa Lucia è un piccolo edificio con facciata a capanna risalente al XII secolo, all’interno mostra pitture murali tardo medievali e altre sei-settecentesche.
(9) Ponton fu in passato un porto fluviale luogo d’imbarco di marmi e vini della Valpolicella. Il nome probabilmente deriva dal termine “pontone” una particolare tipologia di barca-chiatta.
PERCORSO 2
Sì intraprendere questo percorso lasciandosi alle spalle il centro del paese con la Chiesa di San Rocco, costeggiando il fiume verso ovest si supera la contrada detta Le Grotte.
Da lì parte una ripida salita di ciottoli che termina in prossimità di corte Castello, un gruppo di case antiche.
Da questo punto della strada alzaia si gode un ampio panorama sull’intera ansa dell’Adige e più avanti si incontra una casa colonica che conserva un’impronta di grande pittura murale su un lato. Vicino al fiume rimangono coperti dalla vegetazione i ruderi di un mulino.
La strada alzaia si snoda in questo punto a breve distanza dall’Adige fiancheggiata da muri di cinta dei campi fino a giungere all’appartata contrada di Tremolé. Si continua poi tra piante di robinia e salici.
Il percorso si modifica in prossimità del mulino detto “del Progno” costruito direttamente sull’Adige accanto al corso d’acqua da cui prende il nome: il Progno di Fumane.
Pochi metri dopo il sentiero piega verso est stretto tra un muro che delimita un campo e l’Adige. Si arriva presto su un tratto di strada asfaltata in vista dell’abitato di Settimo (10) caratterizzato in questa prospettiva dallo scenografico canale per l’irrigazione che attraversa il brolo di Villa Bertoldi.
Il manufatto è costituito da una ventina di pilastri e archi in mattoni che sostengono il canale vero e proprio fatto in pietra.
Le antiche case della contrada Porto mostrano alcuni interessanti dettagli costruttivi come la targa in pietra che segnala il livello raggiunto dalla piena dell’Adige nell’anno 1882. Da qui si possono raggiungere velocemente, verso l’interno, le tre ville che nobilitano la località di Settimo (11).
Tornando a costeggiare la riva, dopo mezzo chilometro, si giunge in località Sabbioni costituita da una solitaria abitazione con all’interno alcune decorazioni di fine Ottocento. Si arriva poi alla contrada Ramon dove rimane al lato del sentiero un cippo segnalatore di distanza (40 km con il Trentino).
Questa parte di fiume è particolarmente suggestiva per la ricca vegetazione che cresce sulle rive.
Più avanti si giunge presso la Corte Colombina situata a breve distanza dal fiume (12) e continuando si arriva alla località Nassar, sede un tempo di un hospitale per viandanti, che conserva edifici antichi con interessanti elementi architettonici, come il vecchio mulino oggi complesso abitativo.
La strada alzaia continua verso Parona per poi raggiungere Verona.
NOTE PERCORSO -2-
(10) La località di Settimo, il cui nome deriva dalla settima pietra miliare romana lungo la via Claudia Augusta tra il XVI e il XVIII secolo fu scelta come località di villeggiatura da alcune nobili famiglie veronesi che vi costruirono dimore ricche di decorazioni e giardini.
(11) Villa Sparavieri è un edificio di architettura quattro-cinquecentesca con portico ed elegante loggia a colonne di cui risultano di un certo interesse i comignoli.
Villa Vascone-Bricci, oggi Manni, si compone di un palazzo con scale in pietra sulle due facciate, di ali, portici e colombaie.
Villa Bertoldi assunse l’attuale aspetto nel Settecento con successive modifiche ottocentesche. Il sobrio palazzetto conserva interessanti arredi ed è circondato da rustici, giardini, dal parco e sono presenti una preziosa cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova e un’antica edicola votiva dell’Addolorata.
(12) In posizione isolata la “Colombina” già Villa “Morandina” è un insieme di case attorno ad una corte quadrata, in alcuni ambienti sono conservate pitture murali di un certo interesse